Ancora una volta la parola d’ordine è: flessibilità

Rubrica: Metodi. Alternative al mondo abituale.

Titolo o argomento: Schemi rigidi impattano a terra e si frantumano…

In Germania solo una delle tante aziende produttrici di pannelli solari, assume circa 200 persone al mese. Questo è ovvio in quanto lo stato ha voluto investire sulle energie rinnovabili (e non solo…) così la crescita è stata una diretta conseguenza che ha portato la necessità di avere nuovo personale. Molte di queste persone assunte erano disoccupate sino a qualche mese prima. Il concetto di flessibilità che voglio comunicarvi sta nel fatto che non si può più immaginare di fare lo stesso lavoro tutta la vita. Ci vuole flessibilità. Donne che fino a poco tempo prima erano a casa ora si trovano in fabbriche ultramoderne e robotizzate a costruire pannelli solari “Thin film”. Se oggi il business in crescita è rappresentato dal solare, l’eolico, le caldaie a pellets, in futuro i business potrebbero essere altri e solo chi si adatterà a seguire i cicli della tecnologia, cambiando lavoro quando richiesto dalla società e dai tempi che corrono, si troverà bene e “occupato”. Ci vuole flessibilità. Io lo credo fermamente ma a deciderlo è stato il corso dell’evoluzione.

Il ruolo della ricerca e dello stato

Poco righe sopra ho scritto “non solo”. Mi riferisco al fatto che la Germania per essere così competitiva oggi, nel mercato del fotovoltaico, ha investito nella ricerca ieri. Ingenti quantità di denaro investite nella ricerca e nelle Università. L’Università presso la quale studio io, invece, non ha il budjet nemmeno per finanziare la Formula Student (competizione dedicata ai giovani progettisti che desiderano creare un prototipo di auto di formula). Non riusciamo a costruire una misera piccola auto da pista, figuriamoci quanti anni luce siamo distanti dai miliardi di euro risparmiati dalla Germania con il fotovoltaico.

In Germania:

Ricerca→ Nuove tecnologie→Efficienza→Risparmio denaro→Migliore qualità della vita

In Italia:

Scarsa ricerca→Scarsa innovazione→Scarsità di proposte→Ingenti perdite di denaro→Maggiori tasse→Regressione qualità della vita→Insoddisfazione→Scarsa credibilità nel mondo.

Il risparmio iniziale dovuto all’assenza di investimenti nella ricerca e l’innovazione comporta maggiori perdite in seguito. Sacrificarsi nella giusta direzione inizialmente permette invece di avere maggiori ritorni dopo e sotto molteplici aspetti. Si stima che con il fotovoltaico uno stato come l’Italia può arrivare a risparmiare oltre 40 miliardi di euro l’anno. Vi rendete conto? Quante tasse di meno?! Quanti soldi in più per la ricerca, per un ambiente pulito, per le nuove generazioni, per una vita migliore, minori tasse, minori sprechi?!

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