Superconduttori e supercomunicatori: dalla scienza esatta all’irrazionalità del dubbio

Rubrica: Il fantastico mondo della comunicazione

Titolo o argomento: Dalla scienza esatta all’irrazionalità del dubbio

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Superconduttori e supercomunicatori: l’arte penetrante della comunicazione

La matematica dimostra che se si chiede ad un campione di persone quante caramelle ci sono in un capiente barattolo di vetro a loro mostrato, solo pochissimi forniranno un numero prossimo alla realtà (in un esperimento condotto dal matematico Marcus du Satoy, solo 4 persone su 160 si sono avvicinate al reale numero di caramelle contenute nel barattolo, le altre hanno fornito cifre completamente strampalate, chi troppo basse, chi troppo alte) ma, inaspettatamente, andando a calcolare la media dei numeri ipotizzati dai partecipanti al test, si otterrà un numero decisamente molto vicino a quello reale (nell’esperimento citato, su un campione di 160 persone, la media restituiva il numero 4514,8 mentre il valore reale di caramelle contenute nel grande barattolo di vetro era 4510). Questo come a dimostrare che la folla “conosce la realtà” ma non il singolo individuo (the wisdom of the crowd, la saggezza della folla).

La matematica permette inoltre di fare cose pazzesche come ad esempio prevedere l’andamento dei mercati azionari applicandola debitamente ai commenti che la gente pubblica sui social network, oppure conoscere in anticipo quante persone verranno colpite dall’influenza semplicemente operando delle statistiche sulle parole prevalentemente ricercate da loro sui motori di ricerca. Si sostiene persino di riuscire a sapere in anticipo, sempre applicando opportunamente la matematica, quale automobile compreremo in futuro… prima ancora che noi la scegliamo.

Così legittimamente mi chiedo: “Siamo sicuri che è la folla che messa insieme conosce la realtà delle cose, oppure vale il contrario e si tratta invece di fenomeni perturbatori che convincono la massa a seguire determinate strade?”. Chi di voi ha visto il film “Australia” si sarà accorto come, in una scena, la mandria di bestiame, spaventata da un incendio doloso (fenomeno perturbatore) parta impazzita di corsa in direzione del burrone. Ebbene in effetti la mandria resta unita ed ogni capo di bestiame, nel panico, sceglie di seguire tutti gli altri invece di fare valutazioni proprie. Proprio come se sentisse che la scelta migliore sia quella di dover seguire la folla perchè la folla ha ragione, non il singolo.

Lo stesso del resto accade anche con le mode quando si cerca disperatamente di essere attuali “come gli altri” invece di valutare cosa ci sta bene indosso o meno. Sembra quasi un’operazione automatica, esce il nuovo giubbetto, il nuovo dispositivo digitale o lo speciale in tv sui tatuaggi ed ecco che di conseguenza molti…
A volte sembra che le nostre menti lascino larghi spazi vuoti in attesa di un segnale esterno da seguire. E’ la folla quindi che messa insieme conosce la realtà delle cose oppure vale il contrario ed un fenomeno perturbatore influenza la massa nel prendere una strada al termine della quale potrebbe non vedere la presenza di un burrone? Quale sistema di “supercomunicazione” può suggerire ai più di seguire la massa? Paure e timori? La realtà quotidianamente raccontata dai media? La realtà come la percepisce ognuno di noi? -E qui ritorna in loop la domanda: “La realtà come la percepiamo noi è frutto di influenze?”- L’ignoranza? -Non intesa come propria di un individuo non scolarizzato, bensì anche del laureato che a fatica analizza prospettive differenti da quelle che gli sono state insegnate- Messaggi camuffati? La memoria di un certo polimero organico detto DNA?*

*La cui reale presenza nell’acido desossiribonucleico è, al momento in cui scrivo, ancora da dimostrare scientificamente.

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