Tecnologie innovative al bivio: Questione di attriti

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Tra utilità reale e fittizia, tra alternativa e consumismo
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Quanto introdotto nel precedente articolo spiegherebbe anche come mai i reali innovatori vengono frenati ed i reali prodotti innovativi non raggiungono agevolmente i potenziali clienti (se non, come abbiamo detto, con molto ritardo, ovvero quando i vantaggi sono ormai quasi azzerati e si ripropone la logica della dipendenza da tecnologie obsolete). La stragrande maggioranza delle persone non vive da vicino le aziende che operano nel campo della reale tecnologia e non si accorge di come le aziende che effettuano ricerche di interesse tecnologico mondiale subiscano strane crisi che le portano alla rovina. Ciò accade nonostante qualunque economista sappia bene che, dove c’è vera innovazione, le crisi si attenuano e si migliora notevolmente la qualità della vita. Ma questa, agli effetti, rimane pura teoria da documentario. La realtà rimane sempre la medesima, passa il tempo ma ognuno in cuor suo si accorge di come in passato stesse meglio e di come le cose tendano sempre a peggiorare anziché migliorare. Il tutto sentendosi inerme, prendendo cioè coscienza con gli anni di non aver gli strumenti per interagire con la situazione e modificarla. Certi problemi sembrano accumularsi e pesare sempre più e ci si chiede costantemente come mai, “se siamo al giorno d’oggi”, non sono stati ancora risolti fino a scomparire.

Certe forze come quella centrifuga in fisica sono dette forze fittizie, per intendere che in realtà non ci sono o, quantomeno, non sono come noi le intendiamo intuitivamente. Stesso discorso vale per il progresso il quale, studiando quotidianamente le reali potenzialità delle più moderne tecnologie, posso affermare con certezza essere fittizio, non c’è, non arriva mai. Se ne parla o se ne sente parlare ma non arriva mai. Viene concesso sempre in dosi appena percettibili e, un attimo dopo, scompare.

Fate poi attenzione a coloro che elargiscono previsioni in virtù di non si sa quale dote; non fanno altro che sostenere cosa ci sarà tra qualche anno quasi a voler tenere costantemente le persone in aspettativa (tanto la memoria della società degli ultimi 30 anni si è notevolmente affievolita). E mentre le persone aspettano con fiducia, il tempo passa e tutto viene dimenticato. Tutti stanno in stand-by e nessuno avvia nulla di nuovo. Nulla cambia. Avete presente quando a fine anni ’80 (io ero bambino) ci dicevano: “Nel 2000 le auto voleranno!”. Insistevano con questa castroneria fino a farlo credere a non si sa quante persone ma poi, stringi stringi, auto che volano se ne sono viste? Sì, una e non nel 2000. E’ costosissima, è difficilissimo usarla, è estremamente pericolosa e sposta in cielo problemi che abbiamo in terra come il traffico, con conseguenze ben più serie in caso di incidente. Vent’anni a rompere i timpani e parti sane di materia grigia con questa previsione, oggi potete vedere tutti come è andata a finire (e con 15 anni di bonus track). Quindi sentire ora che tra 10-20 anni tutti avremo questo o quello, usufruiremo di, ci avvantaggeremo di… proprio non mi persuade. Le tecnologie che oggi già ci sono, e sono fruibili anche se non diffuse, sono più che sufficienti e non vedo perchè rimandare di altri 20 anni l’innovazione che tra 20 anni potrebbe essere nuovamente rimandata con previsioni scriteriate di chissà quanto altro tempo.

Le tecnologie innovative che oggi sono in realtà già disponibili faticano a raggiungere l’utente finale per le spropositate resistenze; cosa succederebbe infatti se la gente raggiungesse più agevolmente i propri obiettivi, se avesse realmente la possibilità di risparmiare denaro sulle spese comuni di tutti i giorni? Si riavvierebbe un intero paese e ricomincerebbe la sua marcia, ma è evidente che laddove i mercati hanno deciso che deve ora esserci il collasso finanziario, tali tecnologie non possono arrivare, altrimenti tutto salta. Ma non possono raggiungere tanto facilmente nemmeno i paesi che sono fuori dall’occhio della crisi, altrimenti addio globalizzazione. Questo è un aspetto concreto della tecnologia che il grande pubblico non conosce e conta molto più del semiconduttore celato dietro il display touch.

Pretendete di avere ora le tecnologie che già esistono e che non trovate in alcuna realtà in Italia, in poche realtà in Europa ed in qualche realtà nel mondo, pretendete la formazione, l’istruzione perchè dell’ennesima diavoleria digitale ve ne fate poco se non siete liberi. Insomma un nuovo prodotto offre una reale alternativa o un’ulteriore dipendenza? Questo è quanto, a mio modesto parere, dovremmo chiederci il più delle volte e questo è quanto, sempre a mio avviso, non pensiamo, ingenuamente, mai. Ognuno individualista, porta avanti la sua battaglia con i propri problemi, ognuno individualista non concepisce che se si raggiunge la radice dei problemi, si ottengono soluzioni che abbracciano una grossa fetta di persone vittime delle crisi portate dai mercati che tramite opportune e intraducibili metamorfosi sembrano non avere alcun nesso con esse. E, invece, se sapeste quanto le tecnologie che non hanno raggiunto la gente sono complici dell’arretratezza e della dipendenza…

Continua…

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