Esempio nelle corse
Non ci si alza la mattina e si fa il lavoro preferito. O perlomeno in linea di massima non succede quasi mai. Ogni singolo passo in più che vogliamo fare nella vita equivale a sacrificio. Devi rinunciare a qualcos’altro. Io ad esempio sono stato costretto (per mia volontà ovviamente) a fare gli esami all’università più lentamente pur di non rinunciare al lavoro che svolgo nel campo: tecnologie edili, meccaniche e motoristiche. Ho rinunciato alle vacanze (che sono ormai un’abitudine naturale per i miei amici tra estive e invernali), ne avrò fatte due o tre in tutta la mia vita, ho rinunciato a qualsiasi cosa fa un giovane alla mia età. Naturalmente solo nei momenti di maggiore difficoltà. E’ ovvio che mi svago anche io. I miei amici erano a ballare il sabato sera e io ero a Zandvoort per l’europeo con la Renault Sport. I miei amici erano a giocare a calcetto nell’anno dell’esame del 5° superiore e io ero a Misano a montare il box con i colleghi per i test in pista dei nuovi pezzi delle auto. I miei amici a 16 anni erano al mare con i motorini d’estate e io montavo i primi accessori su una Escort RS Cosworth. Ogni cosa che volevo imparare a fare la dovevo imparare a scapito di altre cose e soprattutto, in molti casi (aspetto fondamentale) GRATIS. Per recuperare il denaro necessario per realizzare un laboratorio (piccolo reparto corse) ho fatto il pasticcere, il gelataio, il cameriere… Ma rimanevo indietro con gli esami anche se ora ho recuperato moltissimo e mi dirigo verso la fine degli studi. Se vi piacciono le corse e vi auguro di realizzare i vostri sogni, c’è un sistema che vi darà più possibilità di riuscire nell’intento…
Perchè gratis?
Quando avete 16 anni o 20 anni o 25 e non sapete un’acca di auto da corsa, (dalle riviste che spesso si leggono alla realtà ce ne passa…) nessuna scuderia ha bisogno di voi. A meno che… c’è un però. A meno che non siate disposti a pulire la macchina del pilota ogni qualvolta si attaccano i moscerini su paraurti, cofano e parabrezza; a meno che non siate disposti a raccogliere con la segatura l’olio che è caduto per terra; a meno che non vogliate, sotto un sole cocente a 40 gradi, andare con un carrello a prendere un treno di gomme dal gommista del paddock e poi ancora un altro e un altro e un altro ancora. A meno che non siate disposti ad andare a dormire alle due di notte con la macchina che non è ancora a posto e rialzarvi alle otto mentre tutti gli altri sono già in piedi o forse non sono mai andati a dormire… A meno che non accettiate di essere l’ultima ruota del carro e come tale essere trattati.
Il sacrificio
Un sacrificio enorme anche psicologico. Si diventa pezze umane. Ci vuole un carattere forte, ci vuole che quando tornate a casa e uscite dai panni dell’aiuto meccanico (mi riferisco solo ai primi tempi), del garzone, del motorista, del preparatore o altro, vi ricordiate chi siete e che non siete da meno di nessuno ma avete solo un grande sogno. Non ci vogliono le raccomandazioni, ci vuole di farsi in quattro per la prima squadra dove si va a lavorare, poi per la seconda, la terza e così via. Ci vuole che capiate bene questo e altre due cose: la prima è che se inseguite un sogno il sacrificio sarà ovvio e sempre presente; la seconda cosa, con cui una persona ottimista combatte meno, è che dovete sempre tener conto che il sogno potrebbe comunque non avverarsi. Voi darete il massimo e magari non ci saranno sviluppi, ma almeno avrete tentato. A denti stretti. E’ così che si fa. Poche lamentele e più fatti. Non importano i pasti saltati, le ore perse di sonno, le vacanze che non ci sono, le discussioni da stress nel team (non fatele mai davanti agli sponsor). Ciò che conta è che se lo sognate veramente, lo dovete fare e rischiare anche l’insuccesso. Se non provate non potrete mai dire:”tanto non ci riesco.”
Le pretese
Più coverete pretese e meno risultati otterrete. Le vere pretese o meglio ambizioni le dovete nutrire verso voi stessi, verso l’obiettivo che vi siete preposti. Ed è proprio nel momento in cui capirete che dovete annullare le pretese che avverrà il cambiamento. Vi accoregerete che troverete altri team che apprezzano il vostro lavoro, altri team che hanno bisogno di giovani, altri team che vi danno un pò di coniderazione in più, troverete gente che vi sfrutterà sempre meno e vi rispetterà sempre più. Inizierete ad essere pagati. Qualcuno vi chiederà cosa studiate e se continuerete a studiare per restare nelle corse a livelli più alti…
Lo studio
Considerando che il mondo delle corse è un mondo di pura ignoranza diffusa (esclusi tecnici e ingegneri), se non nutrite il desiderio di divorare quantità enormi di libri e se non avete voglia di essere al top mentre studiate all’istituto tecnico o ad ingegneria meccanica o elettronica o informatica ecc. in base al ramo che preferite, beh se non fate questo potrete lavorare nelle corse, essere dei buoni tecnici, ma impressionare meno di quanto avreste potuto. Dipende dal rapporto che avete con i libri e dalla vostra apertura mentale.
Quando quello che studiavo all’istituto tecnico, non mi bastava più, ho acquistato libri su libri anche e soprattutto all’estero dove c’è una cultura più estesa sulle corse.
Quando quello che studiavo all’università non mi è bastato più sono andato a fare lavori di ogni genere per realizzare il mio laboratorio personale e poter approfondire esame per esame ciò che studiavo…
Su questo Blog sono stati affrontati in precedenti articoli i temi relativi ai libri e all’apertura mentale e, come adesso state iniziando a capire se seguite questo Blog da tempo, ecco un altro dei molteplici motivi che spiegano da dove deriva l’esigenza di conoscere più temi sapendoli accostare per fare bene una cosa (Teoria degli accostamenti – Teoria degli accostamenti – parte seconda).
Eh ma non è facile! Per niente facile; qualcuno deve pur abbandonare l’intento o comunque prima o poi cede e lascia perdere………..
Sì è vero, o se non altro immagino che ciò che scrivi sia un buon ragionamento ma è dura riuscire a resistere; bisogna proprio essere motivati 🙂
Credo che perseverare sia ammirevole però spesso, quando ho inseguito i miei scopi con tenacia, mi sono ritrovato ad essere contestato perchè comunque c’era sempre qualcosa che non andava bene a detta di chi mi osservava dall’esterno. Del genere: invidia o qualche cattiveria da chi magari aveva mollato. Questo mi è dispiaciuto.
E lo dici a me? 🙂 la gente pone sempre un tetto alle mie capacità e mi dice di non fare questo o quello perchè tanto io non posso non devo o ne voglio troppe ecc. Io credo che mi dicono questo non per cattiveria ma perchè inconsciamente, il tetto, lo hanno posto sopra le loro capacità. Ovvero si convincono di non poter far di più anche se così non è. Quindi sottovalutandosi loro, sottovalutano anche chi gli sta intorno. Ma questa è solo un ipotesi bonaria. Probabilmente invece con un pò più di “cattiveria” si potrebbero stimolare colleghi e conoscenti a fare di più cercando di fargli capire che se vogliono…possono.
Io credo che sia sbagliato esagerare e fare troppe cose allo stesso modo di come è sbagliato stare a far nulla aspettando che le occasioni bussino alla porta. Certo è che darsi da fare e fare dei bei sacrifici è da coraggiosi ma è facile sforare e magari fare errori perchè non ci si riposa mai, o no? In buona fede lo dico e lo nego. Giovanni
Un altro esempio? Studiare e lavorare, mio fratello studia e lavora da molto tempo, io ho iniziato l’università adesso, lui sta finendo e già ha lavoro, macchina, casa, tutto… E’ un mito per me, ma io non ce la farei mai a fare come lui; non c’è mai, se c’è studia o fa un pò di sport, poi va a lavorare, dorme. fine ma tanto tra poco, dice lui, si laurea e, escludendo dagli impegni l’università, avrà molto tempo libero per recuperare essendo uno abituato a ritmi devastanti. Che gli vuoi dire a uno così se a 26 hanni già ha tutte le cose che desidera?
A me dispiace solo una cosa: c’è gente che fa di tutto per realizzare i propri sogni con grande impegno e poi c’è la gente che ti invidia se ci riesci. L’invidia non dovrebbe esistere. Che fa di male una ragazza che si fa in quattro e riesce nella vita?
Sì è vero e considera che spesso la gente che ce l’ha con te se riesci, è gente che ha voglia di far meno di te e spera in qualche casualità fortuita. Non cc’è niente di male a desiderare cose semplici ma almeno non si deve disturbare chi desidera di più.
Io credo che non possono essere tutti medici, scienziati e ingegneri o astronauti; se la società facesse capire quanto è importante e rispettabile il lavoro di artigiano, falegname, idraulico, muratore, elettricista, saldatore, meccanico, barista, cuoco, agricoltore ecc… Ci sarebbe meno invidia. Tra parentesi un mio amico che fa l’idraulico guadagna molto più di un ingegnere e non invidia proprio nessuno 🙂
E’ proprio ciò che hai detto, una delle cose fondamentali che vuol far capire questo blog. Grazie