Rubrica: Keying
Titolo o argomento: La soluzione Reflecmedia Lite-Ring + Chromatte
Segue dall’articolo: Soluzioni per il Chroma Key Professionale
La soluzione Reflecmedia prevede l’impiego di uno speciale tessuto da utilizzare come background, denominato “Chromatte”. Il suo principio è il medesimo del materiale retro-riflettente utilizzato per i cartelli stradali, i quali risultano visibili al buio se illuminati dalla luce dei fari di un’automobile. Il Chromatte è sostanzialmente un tessuto di cotone (trattato in modo da essere ignifugo e da utilizzare nudo o sovrapposto a basi diverse per costituire pannelli rigidi, schermi quadrati ripiegabili, tendaggi da agganciare a strutture di Cyclorama, ecc.) tra le cui fibre è disperso, con orientazione casuale, un numero elevatissimo (oltre 11.000 per cm^2) di micro-calotte sferiche in vetro rivestite in alluminio sulla superficie esterna. Tali micro-calotte hanno la proprietà di retro-riflettere la luce soltanto nella direzione di incidenza rendendo così il tessuto selettivo rispetto all’angolo di incidenza della fonte di illuminazione. Si evidenzia che l’orientazione casuale delle micro-calotte permette di utilizzare il Chromatte con la stessa efficienza anche se presenta delle pieghe o risulta addirittura stropicciato. L’accettanza angolare per l’effetto retro-riflettente è difatti di +/- 85° dalla perpendicolare. Se a questo punto si abbina al Chromatte (di colore grigio neutro alla vista) una fonte di illuminazione blu o verde montata coassialmente all’asse ottico della telecamera il gioco è fatto: il Chromatte rifletterà uniformemente la luce blu o verde nella stessa direzione di incidenza, dunque direttamente verso la telecamera, mentre continuerà ad apparire grigio se osservato da tutti gli altri punti di vista. Inoltre il dispositivo di illuminazione del fondale seguirà qualsiasi movimento di camera (in quanto è vincolato ad essa) risolvendo così il problema del riposizionamento delle luci di background al muoversi delle telecamere.
Oltre 11.000/cm^2 microcalotte sferiche si occupano di riflettere la luce solo nella direzione di incidenza
Nella sua ingegnerizzazione, la fonte di illuminazione è stata realizzata con un anello composto da LED verdi o blu ad alta intensità, denominato Lite-Ring, da montare intorno al gruppo di messa a fuoco di un’ottica ENG. L’impiego di diodi LED comporta un altro vantaggio fondamentale: quello di generare una tinta quasi monocromatica più facilmente riconoscibile, dopo la retro-riflessione, dai dispositivi di chiave inseriti nei mixer o nei software di compositing. In questo modo non è più lo studio ad essere vincolante per il colore di chiave ma è lo è soltanto il suo dispositivo di illuminazione: quando occorra cambiare il colore di chiave basterà semplicemente sostituire l’anello di LED montato sulla parte frontale dell’obiettivo. Dal momento che il Chromatte è altamente riflettente (centinaia di volte di più della carta bianca), sono sufficienti potenze di illuminazione ridottissime per colorare uniformemente il background di un verde o di un blu molto brillante. Bastano difatti soli 5 Watt per illuminare tutto il campo visivo della telecamera, indipendentemente dall’obiettivo impiegato (sia grandangolare sia tele) e indipendentemente dalla posizione e dalla superficie di Chromatte, fino a distanze di 15-20m (a circa 10 m di distanza, la soglia di cancellazione dell’effetto del Lite-Ring è data da 1000 lux proiettati direttamente contro il Chromatte. Tenendo conto di tale limite, è ipotizzabile un impiego particolarmente creativo del Chromatte ottenuto video-proiettando su di esso una scena da un angolo diverso da quello di ripresa della camera equipaggiata con il Lite-Ring. Si può così incrementare l’interazione tra attori e scena virtuale e sfruttare addirittura la possibilità di avvicinarsi e toccare il background senza incorrere nel colour spill. All’estremo di tale concetto, si può addirittura utilizzare il Chromatte come vero e proprio Cyclorama, colorandolo di colori diversi a seconda degli angoli di ripresa delle camere, quando non occorra utilizzarlo come fondale per Chroma Key). Come diretta conseguenza è ora possibile realizzare dei Chroma Key in studi con illuminazione naturale, mista, o artificiale di tutti i tipi, oppure con scarsissima illuminazione, con luci ad intensità variabile o addirittura in studi che non sono illuminati affatto. La possibilità di realizzare Chroma Key con tali e varie condizioni di illuminazione, permette quindi di promuovere questo strumento per nuove e molteplici possibilità espressive. Il direttore della fotografia può finalmente ignorare il problema dell’illuminazione del background e concentrarsi totalmente (ed in tempi molto più rapidi) con i soggetti reali della scena. Uno dei vantaggi fondamentali del Chromatte è dato dal suo colore grigio. Un fondale o una parete di un set virtuale realizzati con tale tessuto non rifletteranno alcuna dominante colorata, lasciando liberi gli attori di interagire con le pareti del set anche in loro prossimità (da qui si intuisce anche che è possibile realizzare Chroma Key perfetti anche in un angolo di uno studio, o in spazi di superficie ridotta).
Il dispositivo di illuminazione segue ogni movimento di camera risolvendo così il problema del riposizionamento delle luci di background
Tornando ai costi una simile attrezzatura “telo Chromatte di grandi dimensioni + anello Lite-Ring e adattatore” può costare cifre che si aggirano intorno ai 2.000-3.000 Euro, tuttavia è opportuno considerare il fatto che si può ottenere un effetto Chroma Key analogo, se non migliore, rispetto ai migliori sistemi tradizionali evitando la spesa di numerosi riflettori, soft box ecc ed evitando consumi di corrente proibitivi… Nel bilancio (anche se i conti e le valutazioni finali spettano ovviamente a voi) potrebbe essere più che vantaggioso il sistema offerto da Reflecmedia.
Maggiori dettagli su reflecmedia.com