Ordinari esempi di straordinaria incompetenza – Parte quarta

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: I comporamenti da evitare per valorizzare il tuo lavoro
La tua moto non esiste

In seguito agli enormi disagi che si vivono sulle strade italiane per mancanza di manutenzione del manto, per le enormi buche ed i dissesti presenti praticamente ovunque, sono stato costretto a prendere una moto usata da enduro perché con quella da corsa non vi è praticamente modo di spostarsi (quella da corsa ora è utilizzabile solo in pista e, forse forse, proprio un male non è…). Così ho scelto una moto in vendita ad un prezzo conveniente per via dei difetti evidenti che accusava. Difetti che conosco bene e che a me costa pochissimo risolvere, sicuramente con qualche bega ma a fronte di un risparmio molto elevato. Pertanto, dato che tra i vari problemi tecnici la moto aveva gli steli della forcella butterati di intacchi che avevano sviluppato eccessi di ruggine (sufficienti per danneggiare i paraoli di tenuta e far fuoriuscire pericolosamente l’olio sul pneumatico ed il disco freno), penso: “Quale occasione migliore per contattare una delle aziende più rinomate in Italia nel settore sospensioni, mi farebbe proprio piacere conoscerli!”. Non l’avessi mai fatto…
Effettuo una prima telefonata e spiego la mia necessità di ordinare degli steli (se li comprassi dal ricambista della concessionaria del marchio costerebbero ben 700,00 Euro mentre ordinati “aftermarket” dalla medesima casa che li produce per il dato marchio, quindi esattamente gli stessi, costano 200,00 Euro circa -abissi del commercio-). Il ragazzo del commerciale, che non era preparato tecnicamente, mi assicura che mi farà richiamare da un tecnico. Passano giorni ma… niente. Richiamo, mi risponde un altro responsabile del commerciale che mi dice che non possono vendermi gli steli ma devo rivolgermi ad un loro rivenditore. Per me va bene lo stesso, così chiedo di indicarmi quali sono i loro rivenditori nella mia zona. A lista ottenuta inizio il giro di telefonate, nessuno (e dico nessuno) dei rivenditori segnalati vuole vendermi gli steli presenti nei cataloghi di questa nota azienda italiana che si occupa di sospensioni. La cosa mi stranisce, non ne capisco il motivo… ma presto capirò.
Così chiedo ad un rivenditore se, per una volta, può farmi una cortesia. Questo signore molto gentile decide di accontentarmi e mi chiede però di risalire al codice prodotto perchè lui non ne vuol sapere di fare un solo passo in più dell’ordine. Richiamo questo fornitore di sospensioni e chiedo il codice prodotto. Non me lo sanno dare, sembra quasi che non sappiano di cosa parlano, ma il colmo dei colmi arriva quando affermano che la mia moto “non esiste”. Dico io: “Come non esiste? Ce l’ho qui davanti, ti giuro, si chiama così, guarda vedo un attimo il libretto… sì sì, si chiama così!” Niente da fare, non ci sono ragioni, insistono a dire che mi sto sbagliando e che la moto non esiste. Sono forse matti? Insomma senza un codice prodotto e con dei referenti che credono che la mia moto non esista, non posso fare l’ordine.
Provo a rivolgermi ad un altro rivenditore spiegando l’accaduto, anche lui molto gentile prova a trovare una soluzione e mi dice che se smonto gli steli lui li spedirà a questo noto fornitore di sospensioni che a sua volta li spedirà presso l’azienda che li produce nel nord Europa. Sostiene che in questo modo li troveranno sicuramente ma c’è da attendere oltre due mesi ed in più c’è un grosso rischio che vadano persi. ???.
Ovviamente non se ne parla dato che sono già passati 4 mesi (sì 4 mesi, assurdo) da quando è iniziato il calvario per ordinare questi benedetti steli da questi “rinomati”. Decido a tal punto di disturbare una delle mie fonti esperta sul tema e scopro chi produce questi steli sia per il marchio della mia moto sia per i kit aftermarket. Contatto direttamente il loro partner per l’Italia il quale risale al codice prodotto nel giro di 1 minuto semplicemente con una mia descrizione telefonica (e facendo notare che i tappi superiori hanno un fermo a coppiglia e non a vite). Nel giro di tre giorni, gli adorati steli sono in laboratorio da me in un imballo fantastico superimbottito a prova d’urto. Ma non solo, avendo saltato l’altro distributore per l’Italia (quello rinomato) li ho pagati ancora meno e nessuno ha mai sostenuto di non potermeli vendere. E’ evidente che qualcosa non torna.

Consiglio: Siamo nell’assurdo, un campo nel quale non mi sento di dire nulla. Avete già compreso tutto da soli. Certo è che quando si gestisce un’azienda in questo modo, non si possono dar colpe alla crisi se nessuno ti cerca più.

Quel preventivo che puzza di… furbizia

Questa volta non dirò in che nazione si trova l’azienda che ho contattato; questo perchè mi rendo conto di quale influenza possano avere molti dei miei articoli sui lettori e non vorrei pertanto essere frainteso in modo da scongiurare la possibilità che si tenda a fare di tutta l’erba un fascio. Posso solo dire che ho molti altri rapporti con altre aziende della medesima nazione e problemi come quello che vado a raccontarvi non ne ho mai avuti.
Ho chiesto il preventivo per una serie di profili metallici ed in composito utili per una piccola costruzione meccanica. Tempestivamente nel giro di 24-48h mi arriva un pdf allegato in una email contenente la lista di parti richieste e l’importo totale. Il prezzo è fuori da ogni ragione, circa 3000,00 Euro. Conosco il valore delle parti richieste così, abbastanza stranito dalla cosa, ricontatto l’azienda dicendo che non ho mai ricevuto un preventivo con il solo importo totale e che desidero mi venga elencato il prezzo al metro e totale di ogni profilo nonché di tutte le parti di giunzione meccaniche. Passa qualche altro giorno, arriva un nuovo pdf e, miracolo dei miracoli, il totale dell’intero materiale richiesto era sceso a 900,00 Euro (Euro più, Euro meno). Ma che furbacchioni.

Consiglio: Se vi ritenete onesti non prendete mai un vostro cliente per scemo, anche se questo sembra un bonaccione, anche se sembra tante altre cose. In ogni caso, non fatelo. Se il cliente si accorge di una vostra furbata avete chiuso sia con lui sia con molti altri, specie nell’era di Internet dove una notizia può fare il giro del mondo in pochi secondi.

Non portatelo fuori dagli schemi

Ho contattato un’azienda statunitense per ordinare della parti per una mia macchina a controllo numerico. L’azienda mi fa notare che non spedisce in Italia (ma questo lo sapevo già) così avanzo subito la mia proposta di mandargli il mio corriere personale per il ritiro e questo penserà autonomamente all’iva, allo sdoganamento, ai dazi doganali e, ovviamente, all’intera spedizione. In sostanza ho semplificato all’ennesima potenza il lavoro per questi fornitori ai quali ho chiesto semplicemente due cose: scrivere sull’esterno dell’imballo il contenuto e consegnare la fattura allo spedizioniere anziché inserirla nel pacco. Per questo due banalità sono andati tutti in tilt, hanno iniziato a dirmi che questo è fuori dalla procedura, che era troppo complicato, che queste cose non le fanno… Quando poi ho chiesto loro cosa ci fosse di difficile, hanno preferito chiudere il discorso dicendo che forse i loro prodotti non fanno al caso mio. Ammazza come sono vincolati!! Da quando ho rapporti con buona parte del mondo sto coltivando una nuova stima per l’Italia. Nonostante i nostri problemi endemici e radicati, a mio avviso, siamo comunque i più forti sotto molti punti di vista tra cui la creatività, la flessibilità e la capacità di far fronte ai problemi di più svariata natura.

Consiglio: C’è poco da consigliare, non credo ci sia un solo italiano che rinuncerebbe ad una vendita perchè la procedura esce dagli schemi (soprattutto per dei dettagli così banali).

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Stelo forcella moto enduro smontato in ogni sua parte

Steli come quello in figura non esistono, la moto che li monta nemmeno… 🙂