Così non c’è voluto molto affinchè la tecnologia che vede la produzione di biogas (e dell’energia che se ne ricava) come un’ottima alternativa energetica a filiera corta, venisse impiegata sia in campo edile residenziale che nel settore automotive (autoveicoli, bus, mezzi agricoli). Non c’è voluto molto affinché dispositivi come i Flywheel venissero impiegati sulle vetture ipersportive ibride ad alto contenuto tecnologico così come negli impianti smart grid che accumulano e ridistribuiscono l’energia prodotta dagli impianti di rinnovabili presenti in un quartiere efficiente. Non c’è voluto molto affinché nuovi materiali compositi formassero le strutture rigide e resistenti di monoposto da competizione così come di strutture di rinforzo nelle ristrutturazioni all’avanguardia di edifici danneggiati. E non c’è voluto molto affinché l’ottimizzazione energetica, il recupero dell’energia e del calore diventassero centro di interesse per le abitazioni del futuro così come per le auto più prestazionali ed allo stesso tempo green* del pianeta.
Eppure, solo sei anni fa, mi chiedevano perchè avessi mescolato (io preferisco dire “connesso”) temi così diversi tra loro (io preferisco dire “apparentemente diversi”). I più chiusi mentalmente la ritenevano una follia, una scelta priva di senso. Invece siamo stati i precursori di una nuova era. Questo articolo, del resto, inizia con quattro chiari esempi di connubi tecnologici di rilievo degli ultimi tempi.
Io queste connessioni le avevo immaginate diverse anni fa. Le avevo immaginate quando non erano note, non c’erano e le persone con cui parlavo faticavano a comprendere. Oggi ai cultori della tecnologia inizia ad essere noto ciò che per me è oramai un concetto vecchio, mentre sono già proiettato verso il futuro prossimo con nuove idee. Ora gli scettici di sei anni fa hanno modo di vedere un affascinante esempio di avanguardia e, se hanno capito la benevola lezione, dovrebbero chiedersi: “A cosa starà pensando ora?”.