La discriminazione del prezzo è un meccanismo molto semplice ma con effetti assai particolari. Si tratta di un sistema che prevede di applicare, per lo stesso prodotto, prezzi differenti in base a chi è il soggetto che compie l’acquisto.
Se ad esempio ci rivolgiamo ad un’azienda per la fornitura di 300 nastri trasportatori che occorrono alla nostra fabbrica, l’azienda fornitrice applicherà per lo stesso tipo e quantitativo di merce, prezzi di fornitura differenti in base a chi siamo, a che prestigio ha la nostra fabbrica e a quanti acquisti abbiamo fatto in precedenza presso tale azienda.
Significa che un nostro concorrente di maggior successo potrebbe essersi rifornito dello stesso materiale un mese prima e aver pagato quasi il doppio di quello che andremo a pagare noi.
Generalmente tali sistemi vengono adottati in economie di libero mercato, ovvero dove il governo non interviene in alcun modo sui comportamenti delle imprese.
Ma è sempre così? La risposta è no. Ho notato che persino in alcune attività italiane comuni come un bar, una falegnameria, un negozio di vendita di arredo ufficio, molto spesso vengono adottati tali sistemi e non ce ne accorgiamo.
Che convenga entrare in certe attività vestiti con la tuta da lavoro? 🙂 C’è sempre il rischio di trovare un venditore maleducato che vedendoci entrare un pò trasandati ci dice che il suo negozio non è per il portafoglio di chi ha davanti…. Se così dovesse essere, scartatelo, non sa vendere e difficilmente vi offrirà un buon servizio completo e ben organizzato anche dopo l’acquisto.