Rubrica: Così è la vita
Titolo o argomento: L’Italia è nostra, riprendiamocela…
L’Italia ripudia la guerra, è un paese artisticamente ricco, paesagisticamente altrettanto ricco, dotato della spettacolarità della conformazione a penisola affacciata sul Mediterraneo ma, più di ogni altra cosa, l’Italia è il paese di quel tipo di persone che meglio di altre al mondo hanno saputo arrangiarsi, inventare, studiare, ricercare, costruire, precedere, innovare, sviluppare, essere originali, espressivi, artistici, trovare soluzioni, raggiungere risultati importanti prima dei big. L’Italia scombussolava, regalava emozioni, generava l’istinto del desiderio dell’intero mondo verso i propri prodotti, generava passioni virali, faceva battere i cuori di chi sentiva passare i dodici cilindri più esclusivi del pianeta o le due ruote che, nella loro bellezza ed eleganza sapientemente mista all’aggressività tipica dei purosangue, hanno dominato i podi di motomondiale e superbike per decadi instaurando il terrore nei rivali che arrivarono persino a temere di non poter mai vincere. L’Italia vantava il prestigio di migliaia, decine, centinaia di migliaia di piccole realtà artigianali e industriali sparse per il paese. Il modello economico perfetto dove il potere non è in mano ad una sola azienda enorme che decide le sorti che vuol decidere, ma distribuito su una vasta rete di professionisti sparsi sul territorio e che competono proficuamente e pieni di stimoli tra loro (modello che, chissà perchè…, stanno distruggendo in tutto il mondo). L’Italia vestiva, l’Italia calzava, l’Italia mangiava sano ed equilibrato con gusto, l’Italia beveva il frutto di una terra prossima all’equatore, affacciata sul mediterrano e climaticamente equilibrata. L’Italia si saziava su ceramiche poggiate su pregiati legni e utilizzando acciai in una sinfonia di materiali e artigianato puro, ricco, dotato del nostro valore aggiunto. L’Italia intratteneva con musica, film, teatri, musei, opere, spettacoli artistici e originalità in ogni dove. L’Italia stupiva, sbalordiva, lasciava senza fiato. L’Italia era inarrivabile e come accade sempre, o quasi, si capisce ciò che si aveva quando non lo si ha più.
L’Italia oggi mangia schifezze, intrattiene con altrettante schifezze, ha denaturato l’artigianato e l’industria dei piccoli artigiani, delle piccole e medie imprese, l’Italia oggi aggiunge sostanze poco salutari per far fermentar prima il prestigio enogastronomico, l’Italia importa vestiti con tessuti pieni di coloranti cancerogeni provenienti dai paesi orientali, l’Italia non ricerca quasi più, non innova, non tiene le redini, l’Italia butta ciò che ottiene dalla terra per tenere alta la domanda e far arrivare merce, scadente, dall’estero. L’Italia è in affanno, piegata sulle ginocchia, non ce la fa più, stroncata da gestioni che negli anni l’hanno venduta a chi ci invidiava. L’Italia sta diventando a poco a poco di altri, quegli stessi che prima o poi ci detteranno le loro condizioni e ci porranno la fatidica domanda: “Ti sta bene così oppure preferisci andartene?”. L’Italia è nostra, riprendiamocela.
L’Italia è quel paese che nonostante le piccole dimensioni, nonostante il piccolo popolo, colpiva nel segno, senza abusi, senza violenza, senza oppressioni, senza trabocchetti. Altre economie mondiali invece non sanno generare ricchezza senza che questo comporti decine, centinaia di guerre. Altre economie mondiali non sanno innovare senza copiare chi ha avuto idee nuove, originali, inaspettate, prima. Altre economie non sanno ottenere risultati come i nostri senza “barare”. Altre economie pur traendo radici da paesi enormi con superfici estramamente più vaste della nostra non riuscivano ad essere produttivi e competitivi tanto quanto noi, oppure lo erano alla pari ma con popolazioni decisamente più numerose. L’Italia, in un piccolo angoletto del mondo, è stata in grado di far tremare superpotenze devastantemente più grandi. L’Italia faceva paura. L’Italia era quel paese che portava molti stranieri a chiedersi “Ma come diamine fanno?”.
L’Italia deve essere ripresa dagli italiani che devono sentirsi liberi dall’oppressione di altri paesi ed iniziare nuovamente a far da sé. Non c’è rimasto molto e, purtroppo, l’ignoranza dilaga. Cambiano le facce, cambiano i colori, nessuno sa bene cosa fare, conosce realmente i pericoli che stiamo correndo, si fida di qualcuno. Le teste piene di problemi (generati poi da chi…) e sempre adornate dal quel pensiero che a nulla porta: “Va beh dai, ci penserò domani… se avrò tempo, se avrò voglia, se non sarò stanco, se sarò sereno, se avrò risolto questo problema…”. Ma il problema è un “errore ciclico”, il problema è creato e conformato affinché tu non abbia tempo di risolverlo. L’Italia è nostra, riprendiamocela*.
*Ma se ogni italiano non si impegna a lottare, a studiare cose nuove e ad imparare a guardare le cose che non conosce anche da nuovi punti di vista…
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