Riduco il personale o ci riduciamo gli stipendi?

Rubrica: Imprenditoria attiva
Titolo o argomento: Quando il lavoro vince su ogni cosa

Questa è la domanda che si è posta il fondatore di una delle tre imprese presenti su questo pianeta che si occupano di intervenire in caso di alluvioni, terremoti, vasti incendi, maremoti o importanti fenomeni naturali che paralizzano la vita di tutti i giorni di intere città o regioni.

Un’azienda insolita che, come dice il suo padrone scherzando, lavora quando capita “una sfiga”. Un’azienda che nonostante la sua rarità vive un grave momento di crisi con un fatturato addirittura ridotto di oltre il 50%.

Il padrone/fondatore si è posto il problema di dialogare con i suoi dipendenti e cercare di fargli capire che avrebbe dovuto tagliare i costi licenziando il 25% del personale. Cosa non facile. Tuttavia ha pensato ad una interessante alternativa.

Quale rimedio?

La sua idea per tentare di risolvere il problema, peraltro accettata di buon grado da tutti i suoi dipendenti tranne uno, è consistita nel consultare i suoi dipendenti e proporgli una scelta:

  • Possibilità di tagliare il 25% del personale
  • Possibilità di restare a lavoro ma ridurre a tutti lo stipendio del 25% e continuare a lavorare insieme salvando l’azienda e l’affiatato gruppo di lavoro.

Per sua sorpresa tutti i dipendenti tranne uno hanno accolto volentieri l’idea di riduzione dello stipendio (fino a ripresa avvenuta ovviamente) per ottenere così la possibilità di non chiudere e restare a lavorare insieme in un team affiatato. Non è detto che l’unico che non ha accettato la proposta non sia stato coinvolto dall’iniziativa, potrebbe ad esempio essersi trovato nella circostanza di non poter assolutamente fare a meno di uno stipendio come quello che percepiva (magari per via di un mutuo o altro).

Con questa mossa il sogno di queste persone, che si erano conosciute lavorando in passato insieme per una delle altre due aziende del settore, è potuto continuare.

Piccole curiosità

L’idea di aprire la terza delle tre aziende (di cui due multinazionali) che si occupa di dare assistenza in caso di “eventi naturali eccezionali” è nata dal desiderio di alcuni dipendenti, che precedentemente lavoravano per la concorrenza, di lavorare in modo “diverso”.

In modo diverso significa che la loro idea era quella di accettare anche i grandi lavori esclusi dalle multinazionali per il basso vantaggio offerto dal profitto ottenuto in proporzione alle risorse utilizzate ed al tempo impiegato per far fronte ad un particolare evento. Purtroppo questo metodo, pur animando gli animi di tante splendide persone volenterose e meno interessate ai profitti, ha portato a soffrire maggiormente la crisi rispetto ad una concorrenza che sceglie (anche se può sembrare banale) solo lavori dove in proporzione al tempo impiegato la remunerazione è la più alta.

Questo significa che se una di queste due multinazionali deve scegliere tra un lavoro che gli garantisce un incasso di 10 milioni di euro in 1 anno ed un altro che gli garantisce 5 milioni di euro in tre mesi, scelgono il secondo e dedicano il restante tempo ad altre commissioni. Infatti nei 9 mesi di differenza potrebbero capitar loro commissioni per un valore finale superiore a quello ottenibile dal primo caso citato.

Le prime due multinazionali si basano quindi sul raggiungimento di profitti sempre più alti nel breve periodo. La terza azienda, nonostante i buoni propositi, vive un rischio molto maggiore che momentaneamente non ha premiato ma è importante sottolineare che gli effetti di questa crisi erano davvero difficili da prevedere.

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Scarpe per un domani migliore

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Rubrica: The expert on the salmon
Titolo o argomento: Scarpe per un domani migliore

 Può una semplice idea migliorare il mondo?

La risposta è semplice,

Sì.

Oggi vorrei raccontare la storia di un uomo, chiamato Blake e di un’idea chiamata One for One. Uno per uno. Blake prima di essere un imprenditore di Los Angeles di soli trent’anni, era un viaggiatore. E una delle sue escursioni lo portò in Argentina. Si rese conto della povertà agghiacciante che ricopre il sud del mondo, e nel suo caso specifico il sud america. Vide che la maggior parte delle persone, bambini soprattutto, non avevano nemmeno un paio di scarpe per proteggersi dalla sporcizia del suolo e rischiando di ammalarsi per scarsità d’igiene. Così al ritornare a Los Angeles volle fare qualcosa per cambiare le cose. Non una semplice donazione o un aiuto sporadico. No, Blake seguiva un’idea molto più ampia…

Decise di produrre scarpe in modo innovativo. Prese spunto dalle Alpargatas, delle scarpe tipiche delle zone rurali del sud america. Semplici e indistruttibili. Decise di ricrearle, utilizzando materiali più resistenti e con un look più occidentale. Ma questo non era che l’inizio. L’idea di Blake era quella di realizzare due paia di scarpe per ogni ordine ricevuto, due paia esattamente identiche. Un paio per il cliente e un paio che sarebbe stato regalato ad un bambino senza scarpe. One for One. L’iniziativa iniziò ad espandersi tanto, grazie anche all’aiuto di molti personaggi famosi che decisero di aiutare la sua causa, che ora l’azienda sta producendo scarpe ad un ritmo altissimo, es ha già aperto negozi in 12 paesi. E lo stesso Blake aiutato da un gruppo foltissimo di volontari, realizza annualmente un viaggio ad un paese in via di sviluppo (nel 2006-2007 in Argentina, nel 2008 in Sud Africa) a regalare ad ogni bambino un paio di scarpse identico a quello venduto in una qualsiasi delle sue boutique nel mondo. E nell’ultimo anno iniziò a spostare progressivamente tutta la produzione in Sud America creando lavoro diretto con condizioni salariali occidentali. E il business è talmente vantaggioso che lascia ampi spazi di margine per poter crescere e continuare con i suoi viaggi annuali (140.000 paia di scarpe prodotte e regalate finora, 300.000 previste per il 2009). Ma personalmente credo che Blake Mycoskie non sarebbe mai riuscito nel suo intento senza la passione e l’amore per il suo sogno. E’ bello vedere che chi crede veramente in ciò che fa, alla fine riesce ad avere successo e raggiungere il proprio obiettivo.

Articolo scritto da:
Ing. Gestionale Davide Mazzanti in collaborazione con il blog ralph-dte.eu
Fonte: CNBC
Web: tomsshoes.com
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Stimolare i giovani, trarne un’utilità, ottenere profitti

Rubrica: Imprenditoria attiva
Titolo o argomento: Proposte per migliorare la qualità della vita quotidiana

Si può allo stesso tempo spingere i giovani (studenti o già lavoratori) a fare qualcosa di utile, dargli modo di guadagnare qualcosa e migliorare le città nelle quali viviamo?

Sì, volendo sì. Ma occorre una bella dose di buona volontà, ambizione e una mentalità innovatrice. Proposte come quella che seguiranno dovrebbero esser considerate solo la punta dell’iceberg.

Camminando per le strade soprattutto durante gli ultimi 10-15 anni si nota sempre più disordine nelle città, muri imbrattati, angoli di verde mal curati, zone con vecchi oggetti abbandonati da una vita…

I comuni che lo desiderano potrebbero offrire dei premi ai giovani che decidono di impegnarsi in una sorta di “manutenzione delle città”, ovvero i comuni potrebbero offrire un compenso ai giovani volenterosi che intendono arrotondare stipendi o paghette per poter comprare il computer nuovo (tanto per fare un esempio) o qualunque cosa a loro occorresse.

Non sarebbe male riuscire ad impegnare i pomeriggi di quei ragazzi che vanno in giro per le strade ad annoiarsi e non sanno come fare per comprare un domani la prima auto usata o gli attrezzi per un lavoro o il computer per divertirsi o fare una qualunque attività…

Immaginate questi giovani per le strade con i loro amici per andare ad esempio a pitturare o pulire dei muri rovinati, imbrattati. Immaginate che effetto vi farebbe vederne altri con attrezzature appositamente messe a disposizione dei comuni per andare a pulire e sistemare le fermate dell’autobus, le aiuole, i muri delle scuole… Si potrebbe prendere dei veri talenti per far fare loro dei bellissimi graffiti proprio fuori dalle scuole. Si potrebbero sistemare parchi, giardini, monumenti, lampioni, pensiline… molti e molti angoli delle nostre città.

Siete mai stati per le strade della Svizzera, dell’Austria, di piccole città di montagna come Brunico? Pavimentazioni con i San Pietrini come in molte parti dell’Italia, lampioni della luce in ferro battuto neri (semplici ma curati), panchine pulite, aiuole precise, ogni angolo della città ha buste dell’immondizia vicino ai portoni dei condomini chiuse bene e messe in ordine accanto al portone e ritirare puntualmente tutte le mattine prestissimo… Infondo basta poco è una città può prendere tutt’altro aspetto. Se poi un graffito viene fatto su richiesta nei punti giusti… Mentre va pulito dove non dovrebbe stare. Beh allora ce ne sono di cose da fare… L’elenco va ben oltre le poche cose che ho citato. C’è bisogno di giovani pittori, falegnami, fabbri, muratori, giardinieri… e c’è bisogno di non tassare gli stipendi che gli verrebbero dati e di offrirgli opportune tutele sul lavoro.

Cosa otterremmo se ipotizzassimo che ciò venisse ben organizzato?

  • Strade più in ordine.
  • Panchine, monumenti, muri e scuole più pulite, più colorate.
  • Cabine del telefono, pali della luce, fermate degli autobus e quant’altro come dovrebbero essere…
  • Aiuole e giardini più curati.
  • Condomini più puliti.
  • E tutto quanto la vostra fantasia vi mette a disposizione.

 Inoltre questo darebbe un forte stimolo ai giovani a desiderare di migliorare le cose… Certo voi mi direte che lo farebbero per il denaro, e io penso: E perchè no? Sarebbe un bel modo di guadagnarselo e molti di loro capirebbero che una vita la puoi progettare sui tuoi sforzi, che per arrivare a comprare il tuo nuovo (o primo) computer puoi non chiedere i soldi ai tuoi genitori (non sempre…) e che se si ragiona così su tante cose, potrebbero passare i pomeriggi nei quali si annoiano a progettare una vita migliore… per loro, per la società.

Scoprirebbero che sono molto più bravi di quanto pensano in cose che nemmeno conoscono. Scoprirebbero che sono più intelligenti di quanto pensano e che spesso si sottovalutano. Scoprirebbero che invece di correre dietro a falsi miti possono esser bravi su mestieri persino artistici (a mio modo di vedere) come l’essere bravi falegnami, bravi giardinieri, bravi disegnatori, bravi nell’organizzazione…

Perchè a quanto pare oggi in Italia abbiamo falsi miti e ci siamo dimenticati i lavori eterni, quelli che non moriranno mai, quelli di cui ha bisogno una nazione soprattutto quando c’è aria di crisi. Perchè con il nuovo lettore mp3 ci fate veramente poco. Con una fresatrice ci mettete su famiglia; certo è un’iperbole ma non mi sono allontanato di molto dalla realtà…

Un comune intelligente dovrebbe capire che guadagnerebbe molto di più ad investire in cose come queste i cui effetti sono notevoli e si ritrovano nel tempo con le nuove generazioni…

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